
Troppa concentrazione di CO2, umidità, muffe che a loro volta possono sviluppare batteri, presenza di sostanze inquinanti, emanate anche da arredi o vernici posate, o semplicemente cattivi odori: il ricambio di aria in casa non è solo l'abitudine di spalancare, di tanto in tanto, le finestre per ventilare gli ambienti interni di un edificio. Ciò che respiriamo in casa può essere fino a cinque volte più inquinato rispetto all’aperto. Il problema si è acuito di pari passo con l'evoluzione di un mercato dell’edilizia più spinto sotto l'aspetto del contenimento delle dispersioni termiche. La diffusione di involucri sempre più isolati e performanti, così come la progressiva sostituzione di vecchi infissi ha aperto un nuovo fronte di attenzione. Le case oggi, a partire da quelle inserite in classe A o passive (che siano in materiali tradizionali o in legno e acciaio) integrano praticamente nella totalità un sistema involucro con infisso ad alta tenuta all'aria e con impianti di Vmc o ventilazione meccanica controllata. Un sistema che forza il ricambio di aria e agisce sia sulla regolazione dell'umidità e la formazione di muffe che sul filtraggio da pollini, allergeni e sostanze inquinanti. E che, dal punto di vista estetico, è disponibile in soluzioni sempre più minimal e integrate, ad esempio, agli infissi.
«Nelle nuove costruzioni - spiega Massimo Carosso, progettista esperto di costruzioni Nzeb - il sistema di Vmc è centralizzato. Uno dei vantaggi di ventilare gli spazi indoor è la possibilità di arieggiare in modo continuo senza disperdere calore. Per ciò che riguarda le ristrutturazioni, spesso un sistema centralizzato non può essere impiegato, perché nell'edificio vecchio non c'è lo spazio per installare le canalizzazioni. Esistono però soluzioni decentralizzate, che rappresentano un buon compromesso». Il vantaggio della Vmc negli impianti più avanzati è anche in termini di efficienza energetica: il calore contenuto nell'aria viziata può essere impiegato per riscaldare l'aria fresca che entra nell'impianto e ridurre il fabbisogno di energia per il riscaldamento, con un sensibile risparmio in bolletta (anche fino al 30%) e una riduzione delle emissioni di CO2. Questo a fronte di un investimento che può aggirarsi fra i 6/8mila euro per un impianto centralizzato ogni 100 metri quadrati. Manutenzione dei sistemi e corretti controlli fanno ovviamente il resto, in termini sia di buon funzionamento che di alte performance.
Alla base di una buona casa passiva (che vede la Vmc come elemento fondamentale del progetto), come per ogni altro genere di abitazione, un sistema di ventilazione meccanica non è mai in contrasto con la possibilità di ottenere una ventilazione naturale. La qualità della progettazione (oltre a tecnologia) è la vera chiave di volta. Anche in questo caso sono molte le aziende al lavoro sul campo, a partire da chi produce infissi. Fra i player più impegnati sul tema, la Velux ha fatto del controllo su ricambio di aria uno dei propri pilastri e propone soluzioni per il controllo delle finestre automatizzate e in remoto, così da garantire la possibilità di un ricircolo in ogni ora.
(Maria Chiara Voci ©ilsole24ore)